lunedì 14 settembre 2015

Tessere la vita

RAGGOMITOLATA

Quell’orgoglio malandato, finito sotto i ferri,
è il filato giusto da lavorare per lei,
che intanto ascolta distratta 
frequenze di onde distanti,
seduta su una scomoda vecchia poltrona,
indossando abiti consumati e fuori moda.

La voce sicura alla radio elenca
cosa serve per ordire una trama
che catturi l’attenzione di chiunque,
ma è coperta dal rumore nella sua testa:
Non sei abbastanza.

Indossa il maglione frutto di un complesso
schema di dritto e rovescio poi, 
a tre passi dalla poltrona, alza il volume
senza riuscire a spegnere le voci:
Non sei abbastanza.

E, una volta fuori, continua a cercare
il bandolo della loro matassa, 
tra i fili di colori che non è
nemmeno in grado di nominare,
per dare ordine e trovare il suo posto
tra le stoffe meno sbiadite.

Si riconosce il suo lavoro,
fatto a mano, unico e non rifinito,
tra mille capi in serie, perché confezionato
nell’inesatta tecnica dell’emotività:
è la migliore immagine di sé 
che riesce a creare senza mentire.


Momenti di quotidiana insicurezza per tutti coloro che sentono di non essere del tutto in linea con ciò che è generalmente considerato interessante, ma preservano la loro unicità a dispetto del giudizio altrui e faticosamente proteggono il loro essere senza imporsi, anche a costo di perdere qualche vantaggio che la popolarità favorirebbe. Immagine del tanto pronunciato "Essere se stessi" nella metafora della tessitura: impegnativo e preciso lavoro di pazienza per realizzare un'opera che parli di sè.

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